La “quasi-festa” del papà

Tra poco, il 19 marzo, sarà la festa del papà. Non amo particolarmente le feste “obbligate”.

La festa degli innamorati (febbraio), la festa del papà (marzo), la festa della donna (marzo), la festa della mamma (maggio)… e potrei continuare.

Non capisco il senso di stabilire “una giornata specifica” per un qualcosa che dovrebbe esserci tutto l’anno. Però capisco anche che istituire “una giornata” serve per fermarsi e riflettere.

Serve per fare il punto della situazione. Un po’ come quando ad inizio anno si pensa all’anno passato e si segnano nuovi obiettivi per l’anno che sta arrivando.

E allora facciamola questa fermata.

Il papà è una figura fondamentale per la crescita di una persona, per una femmina perché diventa un po’ il suo eroe, per un maschio perché diventa un un esempio a cui assomigliare.

La figura del papà è sicuramente molto cambiata negli ultimi anni: ricordo che bastava che mio padre mi guardasse e io non parlavo più e questo oggi sarebbe davvero fantastico. Però ricordo anche che non andavo da lui a confidarmi o a raccontare i miei problemi, mentre oggi è molto più facile farlo ed essere ascoltati.

Non voglio raccontare di me come è stato mio papà, e nemmeno di come ho vissuto questo rapporto.

Voglio raccontare invece di un padre che riceverà questo mio lavoro dalla figlia.

Un padre speciale che ripete spesso alla figlia quanto le vuole bene, le chiede se ha bisogno di aiuto e si ricorda di portarle un fiore in un giorno speciale. Perché poi, al di là delle discussioni adolescenziali, rimane l’ “esserci stato”, essere presente quando si ha bisogno. E se lo fa un papà è ancora più bello.

Io ho 45 anni e la mia generazione è difficile che abbia padri cosi, perché sono stati cresciuti in un momento in cui i loro stessi padri queste cose non le facevano. Per questo forse spicca un papà con le sue caratteristiche: attento e premuroso, sensibile e coccolone. Ogni tanto, quando non sanno di essere visti, li guardo e mi chiedo come ci si sente ad avere un padre cosi, anche un po’ complice a volte delle cagate che si fanno. Ma sempre dalla propria parte. Io credo che dia molta serenità e forse ce lo meritiamo un po tutti un papà cosi.

Per rispetto delle persone coinvolte non mostro le foto all’interno di questo progetto, perché voglio che rimanga un segreto solo loro. Perché è bello condividere queste emozioni, ma le cose così intime devono rimanere tali…

Se volete vedere il video seguite il link Guarda il video


Alla prossima!

Silvia






Commenti

  1. Come sempre le tue parole mi commuovono, sai esprimere per iscritto sensazioni dolcissime!Bell'album!

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  2. belle parole come sempre scateni emozioni, bellissimo anche l'album.

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