Tu sei casa

Primo post dell’anno e vi devo dire che è impegnativo ricominciare..



Nelle due settimane di vacanze natalizie ho proprio staccato da tutto e da tutti e mi sono rigenerata.

Ho visitato posti incantevoli, rivisto amici e in un periodo in cui facevo decisamente fatica a sentire il senso “di casa” e di “famiglia” ho potuto assaporare l’essere a casa senza essere nella mia casa.

Il mio pensiero è molto più ampio. Le notizie di cronaca e la mia storia personale mi ha portato molto a riflettere su come si possano aver vissuto esperienze brutte, ma decidere comunque di essere persone buone. Mi riferisco per esempio ai racconti in cui si “spiegano” atti di violenza o di abusi dicendo che a loro volta si è stati abusati o vittime di violenza. Ora io non voglio fare l’espertona, né tantomeno giudicare perché so bene e ho imparato a mie spese che bisogna trovarsi nelle situazioni per poter commentare e dire come ci si sarebbe comportati… eppure ho esperienza diretta della capacità umana di essere migliori rispetto a quanto abbiamo ricevuto. E’ una questione di scelta. Una questione di tante piccole scelte quotidiane in cui si può decidere di farci imbruttire oppure no.

Certi dolori sono sicuramente più difficili da superare di altri..

Ma si può.

E allo stesso modo è possibile essere “a casa” anche quando non lo si è. Sentirsi bene e ritrovare un po di felicità anche quando le cose bene non vanno.

In queste vacanze è stato proprio cosi.

Perché alla fine non sono le mura, ma sono le persone a farti sentire a casa o meno.

E se si ha la fortuna di avere a fianco persone cosi… beh non serve molto altro.

Avevo già fatto un timbro prodotto da ImmagineLab con scrittto “tu sei casa” e in questa vacanza ho proprio potuto sperimentare il “sentirsi a casa” come lo intendo io… un luogo in cui ci si può mettere in pantofole comodi (a anche scalzi), esere se stessi senza costrizioni o maschere, con la libertà di dire con amore ciò che si pensa, sapendo che dall’altra parte non c’è chi giudica ma chi ascolta e capisce. Magari non condivide tutto ma è pronto a capire le ragioni. Poter “andare liberi via ed essere liberi di tornare” sapendo che c’è chi ti aspetta, chi ti accoglie. Sapere di poter contare su quella persona nonostante i tanti impegni. Sapere di poter chiedere senza essere giudicati, sapendo che ci si farà in quattro per aiutarsi.

Casa accogliente e porto sicuro. In cui anche un caffè diventa “cura” e un abbraccio diventa terapia.

Stare vicini.

Nonostante le avversità e le difficoltà.

In modo che la vicinanza possa farci sentire meno soli.

E mi è venuta in mente una poesia di Faber

Restate vicini
anche quando la vita
è contraria.
Quando i muri si alzano.
E le strade spariscono.
Mostrate la bellezza.
A chi oramai ha smesso di cercarla.
Respirate profondamente.
Anche senza un motivo.
Abbracciate profondamente anche senza un perché.
Certi dolori
hanno bisogno di carezze forti.
Prima per andare via.
Poi, per non tornare più.
Scusarsi per un errore.
Equivale a non averlo fatto.
Fatelo. Fatelo spesso.
Giudicatevi voi, meglio degli altri.
E non vergognatevi mai di piangere per qualcuno.
Le lacrime non si nascondono.
Guarite la rabbia leggendo poesie.
Siate sempre chiari con voi stessi.
Fatevi mettere all’angolo solo
per farvi riempire di baci.
Abbiate cura della vostra solitudine.
E non avrete bisogno di altri consigli.


Il progetto è un barattolo che contiene all'interno un minialbum con foto e pagine circolari.
Molto semplice.
Con il timbro di ImmagineLab e le carte del negozio della mamma di Cle.
aprendo il barattolo è possibile srotolare l'album...

Spero vi sia di ispirazione.
E per voi .. .chi sono le persone che sono "casa"?

Un abbraccio 
Silvia

Se volete vedere il video
https://www.youtube.com/watch?v=8d1kIA2Yyo8







Commenti

  1. É sempre un abbraccio leggere i tuoi post!!! ❤️❤️❤️

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  2. Che meraviglioso racconto, che bella poesia, mi commuove e mi ci ritrovo... dimenticavo.. bello anche tuo progetto😘

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