Non sono quella di prima

Ho letto questa poesia di Faber e come al solito tocca il cuore.
Spesso penso che sarebbe potuto andare meglio.
Soprattutto dopo un inizio settimana passato a raccogliere cocci lasciati da altri.
A volte mi ritrovo davvero stanca.
Stanca delle persone e della cattiveria.
Stanca di chi ti ha fatto del male e ti tiene accalappiato per un filo terribile quanto meraviglioso che si chiama figlio. Se poi i figli sono tre il dolore è ancora più forte.
Per lungo tempo si, come dice la poesia mi sono accollata colpe. E per un po non ho avuto voglia di reagire.
L'ultima volta (non troppo tempo fa) che sono dovuta tornare in tribunale ho iniziato ad avere l'ansia settimane prima. Perchè al solo rivedere certe facce mi sale la cattiveria e avevo paura. Paura di reagire come una volta.
Paura, dopo tanto tempo alla sola vista, di sentirmi ancora annientata.
E proprio li in quel marasma una Amica mi ha detto "si ma tu non sei più quella di prima, non sei più COME prima". Per quello leggendo questa poesia mi ci sono ritrovata.

Ora so, dopo aver affrontato questa ennesima prova, che non ha più potere su di me.
Ora so che devo perdonarmi io per prima per non aver fatto le cose in tempo, ma solo quando ne avevo la forza. Per non essermi protetta prima, ma solo quando ho dovuto intervenire per i miei figli.

Ora so che ho fatto solo esattamente quello che dovevo fare.
E mi guardo.
E mi vedo. E so chi sono.
E so che non sono sola.

Smettila di ripeterti che poteva andare meglio.
Che non sei capace ad essere felice.
Di accollarti colpe d’ogni tipo.
Di trovare scuse per non reagire.
Sei brava a farti male.
Questo già lo sai.
Quello che non sai
è che sei già più forte.
Che non sei più
la persona che eri prima.
Non farti a pezzi.
Hai bisogno di te.
Di tutta te.
E’ il momento di risalire in alto.
Alleggerire il cuore.
Uscire dal buio.
Tornare a risplendere.
A respirare.
Non esiste amore.
Per quanto immenso.
Indispensabile.
O meraviglioso possa apparire.
Che abbia il diritto
di mettersi prima di te.
Vieni tu.
Prima di tutto.
Prima di tutti.
Non permettere a nessuno
di insinuarti il dubbio.
Di convincerti che non sia così.
Cercati.
Perché da qualche parte sei finita.
E ti stai chiamando.
Solo che è da un po’
che hai smesso di ascoltarti.
Cercati.
Che hai bisogno di un abbraccio.
Quello che nessuno ti può dare.
Il tuo.
L’unico che ti può salvare.
Cercati, e smettila di crederti normale.
Non lo sei.
Non lo sei mai stata.
Tu sei di più.
Tu sei speciale.
Tu sei più forte di questa paura.
Di questo dolore.
Forza. Alzati!
Che non sei tu a doverti perdonare.
Lo so che dentro brucia.
E che fa male.
Hai fatto quello che ritenevi giusto.
E non aver paura di pensare
che se tornassi indietro.
Lo rifaresti ancora.
Vuol dire che eri onesta.
Vuol dire che eri sicura.
Vuol dire che semplicemente
era tutto quello
che si doveva fare.

A Faber




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