Le ferite.. si possono scrappare..


Lo scrap come terapia.

Quante volte lo abbiamo detto...

Quante volte ci siamo ritrovate a scrappare in momenti difficili, di ansia, di rabbia, di paura...

Eppure, spesso in quei momenti cerchiamo di tirare fuori ricordi belli, momenti di gioia. Foto che portano alla mente ricordi da tenere nel cuore per star bene.

Poi ci sono le ferite.

Ci sono i "momenti da dimenticare", le "persone da dimenticare", gli "anni da dimenticare".

Ho sempre saputo che prima o poi sarei arrivata a scrappare quei momenti li.

Sapevo che sarei tornata per strade sconosciute a dover affrontare i miei mostri.

E ora che lo scrap è per me "strumento", tutti quei ricordi dovevo farli passare da li.

Anni fa Antonella Lamarra in un album intitolato “Semplicemente vita” mi ha mostrato come si faceva. E io con grande rispetto ho pensato che non ci sarei mai riuscita.

E spesso il mio pensiero è tornato li. A quell’album rimasto incompiuto. Non ho usato quello ancora. Perché so che devo fare ancora un pezzo. Ma volevo raccontare quello che ho elaborato fino ad ora.

E siamo arrivati a questi primi mesi del 2021.

E ho fatto una esperienza che mi ha molto toccato. Ho messo in moto in me emozioni importanti e mi è stato regalato un modo nuovo di vedere le cose.

E cosi è nato questo album, che racconta di mia figlia, non nata..

Le foto le ho rubate da internet ma è come io oggi la immagino. Come mi sembra di sentirla. E non voglio più lasciarla relegata in un angolo del mio cuore. Un dolore personale che voglio tenere nascosto al mondo.

E’ una anima bella che mi ha scelto come mamma. E che avrebbe potuto fare con me un pezzo di strada, femmina in mezzo ai maschioni della mia famiglia.

E non voglio più ragionare sui miei figli senza pensare anche a lei. Rimasta troppo tempo in un angolino del mio cuore e troppo spesso dimenticata.

E chiaramente piango ancora. Piango anche ora che sto scrivendo. Ma è un pianto dolce, che fa meno male.

E poi c’è lui. Andrea. Ho detto tanto. Ma non ho mai detto tutto.

Ci sono stati momenti che possono rimanere nella mia mente. Che posso tenere li senza dolore. C’è una persona che ha saputo far molto male. E che ne fa ancora.

Eppure, è il papà dei miei figli. E come tale devo rispettare il suo spazio. Anche se faccio fatica. Una fatica enorme, ogni giorno. Da tanti anni.

Posso raccontarlo questo suo ruolo, senza aggiungere le mie considerazioni e rispettando le scelte che i miei figli fanno verso di lui. Il dolore e la rabbia fanno male solo a me.

E tutto quanto accaduto è stato esattamente quello che doveva accadere per farmi diventare ciò che sono ora. Nulla di più e nulla di meno.

Le ferite rimangono ancora ferite ma raccontarle, mostrarle, ricordarmele mi può aiutare a far si che facciano meno male.

A farli diventare momenti. Che hanno fatto la mia storia.

E così si può respirare un po di più.

E così posso elencare le tante cose che hanno fatto maturare in me.

Una grande indipendenza, determinazione, forza, sicurezza di ciò che sono e di ciò che voglio e ciò che non voglio.

Una grande pazienza, tolleranza e gestione dei momenti critici.

Una veloce capacità decisionale. Una grande accettazione ed empatia verso chi sbaglia, chi è in difficoltà.

Il toccare il fondo mi ha permesso di non emettere giudizi sugli altri. Ci devi camminare in quelle scarpe malconce e distrutte per poter dire se una cosa è giusta o no. Devi viverla sulla tua pelle per poter dire che non è corretto. Devi aver subito quella cosa li per poter affermare con sicurezza cosa si prova.

Se no si può solo ascoltare. Ed esserci. E condividere. Con rispetto e in punta di piedi.

So che non è un post di scrap. Non è la spiegazione di una tecnica.

Ma è VITA. E spero che chi di voi ha avuto voglia e pazienza di leggersi questo post tenga nel cuore la possibilità di ripassare sui propri dolori, elaborarli, darsi tempo e cercare di alleviarli e prenderne coscienza anche attraverso lo scrap.

Quello che ho imparato è che ciascuna di noi ha le proprie ferite. Alcune sanguinano ancora. Anche se è passato molto tempo.

Cercate dei percorsi per elaborarle, superarle, raccontarle.


Non lasciatele lì.

Il video album








Commenti

  1. bello l'album ma .....le tue parole ancora di più! chissà forse un giorno riuscirò anch'io ad elaborare le ferite e trasportarle nello scrap per ora non ce la faccio. Grazie comunque per le tue condivisioni belle da leggere, da vedere e utili a riflettere

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    1. Prenditi tutto il tempo che serve... io me lo sono preso e l’ho fatto solo quando ho capito che avrei saputo gestirlo..

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  2. Carissima Silvia, che belle parole, che bell'album ma soprattutto che splendido angelo. Mi piace pensare che Rosa Margherita sia da qualche parte a giocare con Alessandro e Luca, i miei bambini nel cuore. Io sento sempre una pugnalata se rispondo malamente alla domanda "quanti bambini hai" e quindi la mia risposta corretta è 4, due per mano due nel cuore e se sono in vena e ho voglia di spiegare dico 3 e 1/3... sì perché Alessandro è nato in silenzio a 38 settimane e Luca a 14 settimane.... entrambi perdite rare, casuali, senza spiegazioni ma che accadono... semplicemente. Un giorno farò anche un album dedicato ai nostri angeli, ma devo farlo bene, quindi devo imparare tanto. E il gioco che avete creato, forse, deve portarmi proprio lì. Grazie di aver condiviso questo pezzo di cuore. Barbara D'Arcangelo

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    1. Sarà un bellissimo album... aspetto di vederlo...

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